A cura del dott. Diego Occari.
Il processo di emissione e di quotazione di un minibond è articolato e si snoda attraverso mesi di lavoro e di attività in azienda. Si parte normalmente da una valutazione preliminare e da una due diligence della società, finalizzata alla verifica dei requisiti di idoneità per l’accesso al mercato. Si prosegue quindi, sempre in via preliminare, con una assegnazione del rating.
La conoscenza della società e dei suoi piani industriali sono alla base della strutturazione dello strumento finanziario da emettere, che dovrà evidentemente essere idoneo per durata e caratteristiche a sostenere i progetti di sviluppo, investimento e innovazione della società emittente. Proprio lo scopo del finanziamento deve quindi essere indagato ed opportunamente compreso e valutato, al fine di verificarne l’attuabilità ed il bilanciamento rispetto alle fonti di finanziamento programmate.
Non a caso all’utilizzo dei fondi dovrà essere dedicata una apposita sezione del documento di ammissione alle negoziazioni che l’emittente sarà chiamato a sottoscrivere per la quotazione del minibond (di regola sul mercato Extramot Pro di Borsa Italiana Spa).
Effettuata la due diligence preliminare, ed acquisite le informazioni sullo stato di salute della società nonché le informazioni necessarie a comprendere il programma imprenditoriale; di regola il Dipartimento Corporate Finance di Prima Fiduciaria Spa procede con il fornire un primo report alla società candidata emittente.
Ove siano necessari interventi organizzativi preliminari, Prima Fiduciaria Spa assiste l’emittente nelle necessarie fasi di riorganizzazione d’azienda. Ove invece si possa procedere al ricorso al mercato si procede ad effettuare una prevalutazione del potenziale minibond da emettere, andando a verificare la conformità rispetto alle principali griglie di investimento comunicate dagli investitori istituzionali.
Se lo strumento finanziario può essere costruito “in griglia” con i regolamenti dei fondi e i requisiti richiesti dagli investitori istituzionali inizia la vera e propria fase di strutturazione dello strumento. Viene scritto il regolamento di emissione, viene valutata la coerenza tra profilo di rischio e pricing, costruendo un modello di valutazione utile ad informare i finanziatori; vengono definiti i covenants, la cedola, il tasso e la durata.
Durante tale fase è centrale la gestione della relazione con gli investitori, al fine di strutturare lo strumento in senso conforme alle relative esigenze.
Infine l’organizzazione dell’operazione si completa con l’assistenza nella delibera di emissione, con il supporto alla banca agente, l’assegnazione degli ISIN alle obbligazioni, l’immissione delle stesse in Monte Titoli e quindi l’ammissione all’Extramot Pro di Borsa Italiana Spa.
Di particolare rilevanza anche la fase di gestione delle sottoscrizioni con gli investitori. In tale delicata attività è infatti importante da un lato concentrare le risorse per produrre il prima possibile il closing dell’operazione, dall’altro cercare di accontentare i diversi interlocutori professionali interessati al progetto. Senza mai perdere di vista l’obiettivo del finanziamento.
La convenienza dell’emissione di un bond dipende certamente dall’entità del prestito. Maggiore è infatti il valore delle obbligazioni emesse, minore è l’incidenza delle spese di strutturazione e quotazione. Inoltre per una impresa, bisogna tenere in particolare conto della domanda potenziale degli investitori (orientati a specifiche combinazioni di rischio e rendimento).
Il principale vantaggio per le società spesso non è nel costo dell’indebitamento, ma nel miglioramento e rafforzamento della propria posizione nel rapporto con le banche, e nella possibilità di ottenere finanziamenti a medio lungo termine idonei a coprire investimenti che soltanto nei successivi esercizi genereranno il proprio ritorno finanziario. Nel complesso, i minibond garantiscono all’impresa stabilità del credito per un periodo medio-lungo, senza il rischio di revoca delle linee di fido.